Gianni Mandolesi Racconti e storie di un personaggio riminese

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IL GIORNO DELL'ADDIO

 

Gianni cominciava a dare segni di impazienza. Lo si vedeva da come arrotolava il baffo destro, sporgendo un po’ le labbra. Bofonchiava sempre, brontolava e, di tanto in tanto, per semplice dispetto, sbruciacchiava il sugo delle vongole, quelle belle vongole che aveva portato con se da Rimini e che, per intercessione del Grande Architetto, non finivano mai ed erano sempre fresche. II fatto era gia stato sperimentato con i pani ed i pesci ed aveva sempre grande successo.
L’atmosfera, alla Taverna degli Angeli, era sempre gioiosa ed allegra e se qualche Anima di campagna si provava a contraddirlo, veniva azzittito con quell’ormai famoso Taci, brutto grezzo», che lo sistemava per l'Eternità.
II Figlio del Grande Capo decise comunque che era tempo di intervenire ed entro, morbido e soave, in Taverna. Gianni per un po’ tenne testa allo sguardo terribilmente buono di Gesù , ma poi, come era giusto, cedette ed abbasso lo sguardo, giù verso la Terra.
Gesù sapeva cosa Gianni veramente volesse perché già l'anno prima gli aveva permesso di scendere per un giorno sulla terra, il nove di ottobre, Gianni’s Memorial Day.
Ed una volta ancora il miracolo si compi. Sali sulla Guzzi del 33, a propulsione alare e si ritrovo in un battito d’ali al banco della Taverna, quella di Sergio e Nadi. Si concesse subito un’aspiratina dalle bottiglie di Whisky, soffermandosi di più sulle 12 anni e a lungo su un Glenlivet di 25, invecchiato in una botti- cella di sherry.
Passò li, appoggiato come una volta al banco, tutto il tempo concessogli attorcigliandosi il baffo e sorridendo agli amici. Finito il tempo ritorno felice al suo Paradiso.
Gesù lo accolse come la prima volta, tenendogli le sue belle mani bucate.
«E allora, Gianni caro, com’e andata laggiù» gli chiese Lui. Gianni tiro fuori una vecchia bottiglia che aveva preso, con due sigari cubani, nell’ufficio di Nadi. (Ma questa e un’altra storia). In silenzio li accesero e stettero vicini senza parlare, come solo i vecchi amici sanno fare. Gesu sapeva che Gianni era commosso perché con questo viaggio si era reso conto di non essere mai morto e che tutti lo amavano come prima e forse più, adesso che non poteva fare danni.
Salirono tutti e Due sulla Guzzi del 33 e Gianni Lo guido per le strade ormai deserte di Rimini. L’aria era mite, il sole pallido ed il mare perfettamente calmo. Un bel giorno per morire.
Arrivati alla curva della Capitaneria, sul porto, Gesù gli sussurrò, dolcemente:
«Va piano, pataca».
Ma Gianni non lo ascolto, sorrise e volo via con Lui.