Gianni Mandolesi Racconti e storie di un personaggio riminese

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Si può dire che “Il Velocifero” sia nato dal barbiere, che era ed è Paolo Mazzocchi, coiffeur in Rimini Piazza Matteotti (già Castelfidardo). Davanti al suo negozio invariabilmente c’era una moto d’epoca. Per un appassionato residente a Rimini, quello era il negozio di barberia giusto. E’ noto a tutti come, dal barbiere, anche gli uomini amino parlare dei loro interessi, delle loro passioni, delle chimere che rincorrono o vorrebbero rincorrere.

Il Direttivo
Farneti e il motore della mitica Moto Guzzi 8 cilindri da corsa

Dopo le prime discrete informazioni che il barbiere assunse fra una forbiciata e l’altra (si era subito accorto che non ero di Rimini dalla cadenza della parlata) il discorso cadde su Forlì, la “Forlì de mutor”, il mondo di Arcangeli, di Bandini, e degli argomenti più cari al sottoscritto e certamente interessanti anche per il barbiere che mi confidò di possedere alcune moto d’epoca e di essere sulle tracce per recupererne altre ancora più interessanti. si trattava di Bianchi, Frera, Guzzi, Benelli, Gilera; tutti nomi gloriosi che hanno la capacità di evocare gesta gloriose e di fare ripercorrere mentalmente la storia del motociclismo italiano come pochi altri.

Tuttavia anche il barbiere apprese che il sottoscritto possedeva diverse moto (una quindicina, che per i tempi, ultimi anni ‘ 60, erano tantissime), che ne aveva restaurata qualcuna, che aveva partecipato a qualche raduno, timidamente, in quanto allora erano organizzati misti auto e moto, finendo invariabilmente per prevalere le prime. Qualche altra seduta dal barbiere e venni a conoscenza che un altro ragazzo, Mazzini, suo cliente, aveva qualche moto antica e gli stessi interessi, e dell’esistenza di un originale personaggio riminese che usava una vecchia Guzzi Sport 15 per i suoi normali spostamenti, in città e fuori, abbigliato di tutto punto, e che anni addietro usava per gli stessi scopi niente meno che una Indian del 1925.

Parliamo di Gianni Mandolesi, noto tra i motociclisti con il nomignolo di “bugia” affibbiatogli per la sua abitudine di “spararle grosse”,che diventerà poi il 1° presidente del “Velocifero”.Dopo qualche tempo si parlò, il barbiere ed io, dell’opportunità di fare conoscenze comuni, e partecipare assieme a qualche raduno tenutosi nelle vicinanze.

Fu così che ci si incontrò al circolo, già degli anarchici di inizio secolo, nel rione Montecavallo di Rimini dove, fra l’altro, si mangiava bene, si beveva meglio e si pagava poco, gettando le basi per qualche attività motociclistica. Pensammo di appoggiarci per l’organizzazione a qualche club cittadino e, siccome eravamo amici di Pasolini Massimo, consigliere e direttore sportivo del locale Moto Club, e del figlio Renzo, ‘Collaudatore e pilota dell ‘Aermacchi Varese, decidemmo di interpellare il Moto Club Rimini che ci accolse sportivamente e con entusiasmo come sezione Moto d’epoca del Moto Club Rimini. Partecipammo insieme ad alcuni raduni (Firenze, S. Marino, Ravenna, Foiano ecc.) e altri ne organizzammo, mentre il gruppo delle moto antiche nel frattempo diventava più numeroso.

L’entusiasmo ci spingeva verso nuovi orizzonti e la necessità di regolamentazione nazionale ci obbligava ad unificare le nostre vedute con quelle degli altri, in modo particolare con l’A.S.I., l ‘organo federale preposto a questa materia, con il quale in seguito alla partecipazione di due di noi a una delle prime rievocazioni del Sassi- Superga decidemmo di federarci .

Questa opportunità fu vagliata a lungo e si dovette prima far conoscere a tutti noi gli esatti scopi, obblighi di comportamento e diritti che tale affiliazione richiedeva.

Discutemmo su un eventuale nome da dare al nostro club, che non volevamo contraddistinguere con una sigla ma con un nome capace di rimandare ad un veicolo antico. Franco Mazzini mi chiese in più occasioni la mia idea in proposito e gli suggerii diversi nomi legati alla nascita e agli sviluppi del motociclismo dei primordi. 

Con una decisione che lo distinguerà sempre, il giorno seguente Mazzini si presentò a casa mia con un bozzetto del marchio e del logo ‘SPORT CLUB IL VELOCIFERO Rimini’ che divenne il nostro simbolo definitivo. Raggiante mi chiese: ‘Va bene?’ .Aveva deciso bene; tutti gli interessati approvarono.

Alla fine del 1977 firmammo l’atto costitutivo del Club davanti ad un famoso notaio in Rimini e completammo al più presto le pratiche per l’affiliazione A.S.I. Il presidente fu acclamato all’unanimità: Gianni Mandolesi, vice presidente Franco Mazzini, vice presidente supplente Augusto Fameti, segretario Mariano Buzzone e, infine, revisore Paolo Mazzocchi. Il loro mandato per statuto sarebbe durato tre anni. Sotto la loro spinta, in particolar modo di Mazzini, il Velocifero assurgerà a quelle vette che sembra gli siano congeniali ancor oggi.

Raduni, rievocazioni, mostre, manifestazioni internazionali portano alla ribalta il nostro Club. Passano velocemente i primi tre anni e si rinnovano le cariche: Mazzini presidente, Battarra vice presidente, Farneti vice presidente supplente, Fiori, Mazzini e Bertozzi segretari, Bovo e Mazzocchi revisori.

La manifestazione internazionale del 1981 organizzata in pista (per la prima volta in Italia) ‘Moto Storiche in Gran Prix’ suscita una grande eco, tanto da ripeterla in termini ancora più precisi nel 1982; è per il Velocifero la manifestazione più importante dell’anno e diventa anche quella di punta dell ‘A.S .I. che si sente rappresentata in pritp.a persona e rappresentante del motociclismo storico italiano agli occhi dei numerosi stranieri iscritti.

Si ripete e si amplia il successo di questa seconda edizione al punto che si comincia a parlare di ‘un classico’ del motociclismo d’epoca. Le riviste specializzate e i Club esteri inseriscono già nei calendari la data fissata per l’evento: l’ultimo week-end di giugno, a Misano, nell’autodromo di Santa Monica, ogni anno. 

Intanto la vita sociale del Velocifero si fa più intensa così come più pressanti le esigenze organizzative. Nel frattempo anche le cariche sociali erano cambiate: Battarra presidente, Farneti vice, Corvatta vice presidente supplente, Raschi segretario, Mazzocchi e Bovo revisori dei conti. Sotto la spinta del dinamico Battarra nel 1983 è organizzata la terza edizione di ‘Moto Storiche in Gran Prix’ che registra ben 250 iscritti, buona parte dei quali provenienti da ogni parte del mondo, e poi la quarta per la quale si prevedono macchine, collezionisti, ex corridori di assoluta eccezionalità. 

I ricordi sono finiti, la storia del Velocifero è storia del presente e, stante il timone in buone mani, sarà storia anche_nel futuro.”

Nella storia del Velocifero sono state tante le iniziative a cui ha dato vita Augusto Farneti, alcune delle quali stanno continuando a vivere anche dopo di lui, proprio come lui avrebbe voluto. Ricordo: l’importantissima manifestazione “Moto Storiche in Grand Prix” all’Autodromo di Misano Adriatico (13 edizioni, dal 1981 al 1993); l’altrettanto importante rievocazione “Pasolini Day” (2003) denominata in seguito “Grand Prix Riviera di Rimini” a Rimini (4 edizioni dal 2004 al 2007); il valoroso percorso “Audax invernale” (il 26 dicembre, ininterrottamente dal 1995 a tutt’oggi); la bella rievocazione “Coppa dell’Adriatico” (1980), poi diventata “Circuito delle Grazie” (dal 2009, con scadenza biennale); la mostra tematica “Old Time Show” a Forlì (dal 2004 a tutt’oggi), di fondamentale e assoluta importanza; il piacevole “Raduno di Primavera” (nel mese di aprile e fino a tutt’oggi); la toccante commemorazione dei piloti scomparsi (il 2 novembre di ogni anno); le tante gite sociali in Italia e all’estero, con visita ai musei dei motori (dall’inizio degli anni ’80 a tutt’oggi

Augusto Farneti

Il Velocifero